Capri. The Diefenbach Chronicles.
(2013)
Il pittore neoromantico Karl Wilhelm Diefenbach trascorse gli ultimi anni della sua vita a Capri, dove morì nel 1913. Vi giunse dopo un infinito peregrinare che lo portò da Berlino al Cairo a Trieste a Vienna, dove fondò una comune che servì da modello per l’insediamento utopico del Monte Verità, studiato e celebrato fra gli altri da Harald Szeemann. Rivoluzionario e pacifista, Diefenbach attraversò l’intero processo riformatore dei grandi imperi europei fino alle soglie della Grande Guerra. Il progetto Capri. The Diefenbach Chronicles compara, a un secolo di distanza, le condizioni del fare arte in Europa, indagando i parallelismi tra la crisi di fine Ottocento e quella di fine Novecento (allora il crollo dei grandi stati, oggi la condizione post-occidentale). Capri appare in queste opere fotografiche di grande formato come un luogo originario dove si manifestano forze ancestrali, incuranti delle vicende umane. Le rocce dure si contrappongono ai mari lattiginosi, simili a un magma scaturito da un qualche brodo primordiale. Sotto l’apparente quiete di questi paesaggi si percepisce una tensione, un’energia latente pronta a deflagrare. Capri. The Diefenbach Chronicles riflette sulla fase di passaggio che stiamo vivendo e sul ruolo dell’artista come testimone e attore di tale mutamento. L’installazione alla Certosa di Capri (che è anche la pinacoteca caprese dedicata al pittore tedesco) è integrata da alcune note di Jodice: “Cerco di pormi dove si era posto Diefenbach, anche lui usava un cavalletto e lavorava di notte, voglio capire dove si trovava Diefenbach cento anni fa per capire dove sono io adesso. Diefenbach lavorava e intanto l’Europa era attraversata dal processo riformatore dei grandi imperi e così fino ai prodromi della prima guerra mondiale. Io lavoro e l’intera religione delle cose occidentali giunge al termine, fin dentro l’inizio di una perturbazione che ancora non comprendiamo. Ecco, ora io e Diefenbach siamo nello stesso luogo.”
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